Agostino promuove una collaborazione
tra ragione e fede. La fede è il punto di partenza fondamentale, senza
il quale non si può neanche intraprendere il cammino della conoscenza, ma
successivamente è la conoscenza a consolidare la fede. Nelle Confessioni, la sua opera autobiografica, Agostino
delinea la sua concezione di un insegnamento fondato sulla curiosità e sull’interesse
dell’allievo. Agostino, nella sua opera pedagogica più importante, Il maestro,
affronta le questioni fondamentali del suo pensiero educativo. Il maestro non può insegnare attraverso il linguaggio,
perché esso è costituito di segni che possono essere compresi solo da chi
conosce già le cose a cui si riferiscono. Il maestro, attraverso il
linguaggio, può dunque soltanto stimolare l’allievo a ricercare la verità
dentro se stesso, consultando, nella propria anima, il maestro
interiore, che dall’interno illumina verso la conoscenza. Anche se la
conoscenza deriva dall’illuminazione interiore
proveniente da Dio, le parole del maestro non sono inutili, ma servono a far
accendere questa luce che potrebbe restare spenta. Per Agostino l’educazione è un processo nel
quale l’allievo è attivo protagonista e non
passivo ricettore. E in questo modo, partendo dall’illuminazione divina, la
concezione pedagogica si lega alla visione metafisica di Agostino che pone Dio
al centro della vita umana e di tutte le cose. Agostino dà molta importanza al
ruolo dell’allievo: egli ritiene che ogni nozione, per
essere appresa in modo significativo, debba essere sentita come vera dagli
allievi. Un altro tema importante nella pedagogia di Agostino è l’amore.
Agostino nella Prima
catechesi considera l’amore anima
dell’educazione: in ottica cristiana, però, l’amore che lega maestro e
allievo è un rifesso dell’amore di Dio, che si manifesta nell’incarnazione e
nella redenzione. Spinto dall’amore l’educatore cercherà in tutti modi di
destare l’interesse dell’allievo. Nella Dottrina cristiana Agostino si pone il problema della formazione dell’oratore sacro, cioè dell’ecclesiastico.
Nella sua formazione saranno fondamentali lo studium sapientiae, cioè la cultura filosofica, e la scientia christiana, come
approfondimento delle Scritture. Tutte le
discipline tradizionali, dalla grammatica alla retorica, dalla matematica
all’astronomia, diventano strumenti per leggere e comprendere la Bibbia. Il
rapporto tra cultura pagana e dottrina cristiana viene così ribadito, come il
connubio tra vita intellettuale e vita spirituale, ulteriormente arricchita da una
piena comprensione della parola divina.
grande!
RispondiEliminabel blog
RispondiEliminalo so sono fantastica
Eliminacomplimenti
RispondiEliminabello anceh il tuo blog bravo!!!!!
Eliminamaomettoerkechupp
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