INSEGNANTI E ALLIEVI



LA COMUNICAZIONE NELL'ATTIVITà EDUCATIVA:







La comunicazione educativa è una trasmissione di informazioni tra un mittente (insegnante) e un ricevente (allievo). Il messaggio deve essere trasmesso in modo efficace seguendo una dinamica circolare nella quale mittente e ricevente si scambiano i ruoli. Per evitare che la comunicazione sia disturbata ovvero che il messaggio originario venga alterato nella percezione del destinatario, è opportuna la metacomunicazione esplicita: il ricevente dichiara di aver ricevuto e compreso il messaggio permettendone se necessario la riformulazione. La funzione metalinguistica serve a verificare se il codice adottato viene inteso correttamente dal ricevente (capisci?).
L’insegnante in quanto facilitatore del processo di insegnamento e apprendimento, verifichi la modalità e l’efficacia della propria comunicazione.


L'INSEGNANTE E IL GRUPPO CLASSE: 



 
 
Tra i fattori che condizionano il dialogo educativo tra l'insegnante e l'alunno c'è l'immagine che l'allievo ha formulato dell'insegnante, questo fattore influenzerà il comportamento dell'alunno.
Questo fattore non riguarda il comportamento del singolo alunno, ma quello di tutta la classe. L'alunno è infatti condizionato nei suoi comportamenti dal gruppo classe, dal quale, in base a come viene valutato, finisce per ricoprire un ruolo diverso all'interno del gruppo classe.
Il gruppo classe, secondo lo psicologo Marcel Postic, è caratterizzato da un gruppo di adolescenti o bambini, un insegnante, rapporti costanti, da una presenza obbligatori finalizzata a l’istruzione e da una classe.
In un gruppo classe i rapporti sono influenzati da fattori esterni, come la provenienza degli alunni, l'estrazione sociale, la disponibilità economica, questo determina la formazione di sottogruppi. Il sociologo Talcott Parsons ha tratto la conclusione, secondo la quale esistono 2 tipi di gruppo classe: il gruppo che accetta le regole e il gruppo "egocentrico", che si lascia influenzare dal comportamento dei coetanei. Può accadere, per questo motivo che per l'alunno si generi un conflitto di ruoli, tra le richieste di insegnanti e genitori e  il volere dei compagni. Per questo motivo l'alunno può impegnarsi in modo discontinuo.
Secondo lo psicologo tedesco Kurt Lewin, esistono tre tipi di stili relazionali:
- guida dominante, che decide tutto senza lasciare spazio al bambino, inipendo così la sua autonomia e spontaneità.
- guida antiautoritaria (lassista), rinuncia al controllo lasciando le decisioni al bambino, lasciandolo privo di punti di riferimento.
- guida autorevole (democratica),prende le decisioni insieme agli allievi, rendendoli autonomi e consentendoli di avere punti di riferimento.

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