LA MOTIVAZIONE



LA MOTIVAZIONE AD AGIRE:






La motivazione è l’insieme dei meccanismi biologici e psicologici che determinano l’azione, l’orientamento verso un obbiettivo e l’intensità della perseveranza: più si è motivati più l’attività è significativa e duratura. L’origine della motivazione ad agire può essere soggettiva o oggettiva, soggettiva significa che è dentro di noi, come gli istinti, i bisogni, le tendenze personali e i tratti caratteriali. Oggettiva invece se proviene dall’esterno o perché sono imposti dall’ambiente fisico o perché sono richieste dalla società.                                                             Un’ altra distinzione tra le motivazione tiene conto dell’importanza. Lo psicologo Abram Maslow ha classificato secondo una precisa gerarchia i bisogni dell’individuo rappresentati da una piramide.
I vari fattori motivazionali innescano un complesso processo di attivazione. Ciò significa che l’individuo percepisce stimoli interni ed esterni, li valuta, stabilisce cosa fare, quali obbiettivi vuole raggiungere e prende quindi una decisione operativa.
Julius Kuhl ha distinto due tipi di orientamento motivazionale: uno centrato sull’azione, proprio di individui in grado di realizzare con decisione i propri obbiettivi, e il secondo centrato sulla situazione, proprio degli individui che rimangono prigionieri delle possibili alternative, e non riescono a passare all’azione.


 LE ATTRIBUZIONI:


 
 
A determinare il  nostro comportamento non sono solo le motivazioni ma anche le nostre spiegazioni di quanto accade. Queste spiegazioni sono chiamate attribuzioni e sono ragionamenti che riguardano noi stessi e i rapporti con il mondo e gli eventi. Lo psicologo Fritz Heider ha distinto due forme di attribuzione sulla base della localizzazione della causa:
-ATTRIBUZIONE INTERNA: attribuire a se stessi la causa di ciò che avviene sia se ha valenza negativa sia se ha valenza positiva, infatti il soggetto ritiene se stesso artefice della riuscita o meno della vita.
-ATTRIBUZIONE ESTERNA: attribuire a motivi indipendenti dalla nostra azione quanto accade, però così facendo si rinuncia a costruire la propria vita.
Questo concetto è stato elaborato da Julius Rotter che spiega che a seconda di dove sia collocato il locus of control, l’individuo si sente responsabilizzato o deresponsabilizzato. Un locus of control esterno deresponsabilizza l’individuo ma un locus of control interno attribuisce al soggetto la responsabilità di eventi estranei al proprio controllo.
Lo psicologo statunitense Bernard Weiner ha individuato tre aspetti fondamentali del processo di attribuzione:
-L’INTERNALITÀ: che riguarda la collocazione della causa di un certo fenomeno;
-LA STABILITÀ: ossia il carattere costante o mutevole della causa;
-LA CONTROLLABILITÀ: cioè la possibilità o meno del soggetto di controllare la causa.


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