L'EDUCAZIONE NELLA CIVILTÀ MUSSULMANA

IL MONDO ARABO PREISLAMICO: LA TRADIZIONE ORALE





La civiltà araba si sviluppa nella penisola arabica, a partire dal VI-VII secolo d.C, grazie all'impulso dato da Maometto, il fondatore dell'islam.
Prima della conversione all'islam, l'Arabia, un paese occupato in gran parte dal deserto, è abitata soprattutto da tribù nomadi dedite alla pastorizia: i beduini si spostano continuamente portando con se i propri beni. Tradizioni, costumi, conoscenze passano di generazione in generazione grazie alla trasmissione orale, per mezzo di narrazioni.
I poemi preislamici hanno anche un carattere pedagogico: essi insegnano ai ragazzi e alle ragazze i propri compiti e raccomandano valori quali l'ospitalità, la generosità, la carità e l'amore per gli animali.
Mu'allaquat è la raccolta di poesie dell'età preislamica risalenti circa al VI secolo.


MAOMETTO E L'ISLAM 


 


La nascita dell’islam, si deve al profeta Muhammad, il quale avrebbe ricevuto la rivelazione di Dio, Allah in arabo, dall’arcangelo Gabriele nel 610. Il contenuto di questa rivelazione costituisce il Corano, il testo sacro. Maometto ritiene di essere l’ultimo e definitivo profeta, preceduto da Cristo, considerato egli stesso profeta, ma non figlio di Dio. Maometto, secondo una certa tradizione, non sa leggere e scrivere, e quindi trasmette oralmente il contenuto del Corano, i cui versetti vengono recitati a memoria per essere poi successivamente trascritti su supporti di fortuna come pezzi di pergamena, legno, osso, ecc. Il califfo Uthman lo fa finalmente trascrivere, nel 652, in un testo costituito da 114 sure. Il Corano contiene precetti che riguardano tutti gli aspetti della società islamica e in particolare fissa gli obblighi fondamentali per un credente musulmano, i cosiddetti cinque pilastri dell’islam:
·         -la testimonianza di fede: “non c’è altra divinità fuorché Dio (Allah) e Muhammad è il suo Profeta” (questa dichiarazione viene formulata quotidianamente dal credente);
·         -le cinque preghiere quotidiane: vengono pronunciate al mattino, a mezzogiorno a metà pomeriggio, al tramonto, un’ora e mezza dopo il tramonto);
·         -il pagamento dell’imposta coranica: nella convinzione che ogni bene è di Allah, il credente musulmano deve versare il 2,5% di ciò che possiede al di là del fabbisogno necessario; non è soltanto un’elemosina, ma un atto di solidarietà concreta;
·         -il pellegrinaggio alla Sacra Casa, cioè a La Mecca, città santa in Arabia Saudita: ogni musulmano in buona salute e in possesso dei mezzi economici adeguati deve recarsi almeno una volta nella vita a La Mecca;
·         -il digiuno del mese di Ramadan: è il più osservato fra tutti gli obblighi e impone il digiuno a tutti gli adulti in buona salute, tutti i giorni dall’alba al tramonto, nel mese lunare del Ramadan, periodo nel quale Muhammad ha ricevuto la rivelazione del Corano: esso serve a insegnare l’autocontrollo e a far comprendere cosa provano i poveri privi di cibo.

L'EDUCAZIONE NELL'ISLAM







I Cinque pilastri dell’islam sono alla base dell’educazione del fedele musulmano. Il Corano, pur se non contiene una specifica trattazione pedagogica, è un codice religioso, giuridico, morale e sociale, e quindi, nel suo insieme, è anche un codice generale dell’educazione che riguarda sia gli adulti sia i bambini di una certa età. Le raccomandazioni e i divieti del Corano sono destinati al bambino ormai responsabile o all’adulto responsabile del bambino: pur regolamentando la condotta dei bambini nei minimi dettagli, la legge non si rivolge a loro, ma a genitori, governanti, insegnanti e alla comunità nel suo insieme, alla quale spetta l’educazione e la correzione dei comportamenti dei giovani per renderli conformi alle prescrizioni. L’islam raccomanda una formazione complessiva dell’essere umano: corpo, ragione, spirito, istinti e sentimenti. Si tratta di un’educazione armoniosa come preparazione alla vera vita nell’aldilà: le nozioni di bene e male devono essere inculcate in vista del giudizio divino finale. Il bambino impara subito che esiste una vita dopo la morte e che riceverà un premio o una punizione secondo la condotta tenuta nella dunyia, la vita terrena. L’educazione è dunque contraddistinta da un’impronta religiosa: bisogna infatti trasmettere fin dall’inizio due valori fondamentali, la fede e la conoscenza che si acquisiscono attraverso la rivelazione coranica.


LA SCUOLA NELL'ISLAM






L’educazione islamica si richiama alla Sunna (i Detti), un testo che riporta parole e azioni di Maometto. Il credente nell’islam ha infatti il dovere sia di istruirsi sia di istruire. L’istruzione si articola in tre livelli:
-Istruzione primaria: scuole elementari, ovvero kuttab o maktab, nella scuola coranica elementare si cura, a partire dal quinto anno d’età, l’educazione dei maschi, inizialmente nelle moschee finché non vengono creati locali appositi. Tale istruzione è basata innanzitutto sulla memorizzazione dei versetti del Corano, per cui diventa fondamentale la mnemotecnica e la conoscenza della lingua araba. Insieme alla grammatica viene insegnato in queste scuole anche il calcolo e il bambino viene introdotto alla conoscenza delle tradizioni.
-Istruzione secondaria: fase di transizione e specializzazione, nella quale gli alunni, a partire dai quattordici anni, acquisiscono abilità manuali e competenze specifiche per la professione futura in ambiti come letteratura, predicazione, medicina, geometria, commercio, artigianato ecc.
-Istruzione superiore: riservata ai maschi appartenenti ai ceti alti, dapprima è impartita nella moschea e poi nella madrasa, un collegio nel quale convivono studenti e insegnanti retribuiti dallo Stato. Le discipline principali sono la teologia e la scienza coranica: in funzione della lettura e interpretazione del testo sacro, si studiano anche filologia, metrica, retorica e logica. È inoltre necessario conoscere le tradizioni e il calendario liturgico, relativo alle più importanti ricorrenze e funzioni religiose. Nel corpus degli studi rientrano anche architettura e calligrafa. Inizialmente l’insegnamento nella madrasa era riservato alle “scienze religiose”, ma ha poi incluso anche le “scienze profane”, come matematica e filosofia, e in alcune anche storia, politica, etica, musica, medicina, chimica, astronomia.
Nell’ordinamento degli ambiti di studio esiste una scala gerarchica che, dal livello più basso prevede le scienze tecniche e le arti, a un gradino intermedio si collocano le scienze filosofiche, il vertice del sapere è costituito dalle scienze coraniche, che includono anche grammatica e competenze esegetiche, relative cioè all’interpretazione del testo sacro.




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